TERAMO – L’Abruzzo è la sesta regione d’Italia per dispersione idrica: il 42,3% dell’acqua immessa in rete nel 2012 non è arrivata agli utenti finali e, di fatto, è andata dispersa. La percentuale registrata due anni fa è in calo rispetto al 2008 (43,6%), in controtendenza con l’aumento del Paese, in cui comunque il dato complessivo è inferiore (32,1% nel 2008 e 37,4% nel 2012). E’ quanto emerge dal Censimento delle acque per uso civile diffuso oggi dall’Istat. A livello regionale, nel 2012 il volume complessivo di acqua prelevata per uso potabile è pari a 303 milioni di metri cubi, in crescita rispetto al 2008 (291 milioni). Il 6,5% dell’acqua prelevata esce dai trattamenti di potabilizzazione, per un totale di 20 milioni di metri cubi. Il volume immesso nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 231 milioni di metri cubi (215 mln nel 2008). Il volume erogato agli utenti è pari a 134 milioni di metri cubi (121 mln nel 2008), corrispondente a 279 litri per abitante al giorno. Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane sono 1.368, di cui solo 23 con trattamento avanzato. Per quanto riguarda le dispersioni, in Italia le situazioni di maggiore criticità si registrano nelle Isole e nel Centro-Sud, "con le eccezioni di Abruzzo e Puglia – riferisce l’Istat – che negli ultimi anni hanno sanato alcune situazioni di forte dispersione". In testa, per acqua dispersa, ci sono Sardegna (54,8%), Molise (47,2%) e Campania (45,8%).
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